Ebbene si...anche io potrò dire nella mia vita di aver corso almeno una maratona. La scelta di Roma è stata senza ombra di dubbio la più azzeccata. Ma andiamo con ordine (farò un breve resoconto in quanto non mi ritengo un grande oratore). Ci presentiamo a Roma in 5 amici, ognuno con i propri obiettivi (4 all'esordio sulla distanza) e ognuno con i propri carichi di allenamento (diciamo pure che 2 di noi carichi propri non ne avevano...). Arriviamo il venerdì notte e alloggiamo come veri VIP all'hotel NH Villa Carpegna (sede del media center e di tutti i top runner). Il sabato lo passiamo fra la visita al Marathon Village (perfettamente organizzato nei tempi e nella logostica, anche se un pelo fuori mano), una puntatina in Piazza di Spagna e il riposo in albergo. La tensione sale, l'adrenalina entra in circolo, insomma....il grande evento si fa sentire. Tutto è pronto, decisi gli indumenti da indossare (l'unica paura è quella del probabile freddo prima della partenza) e la tattica di gara (io, Marco e Fabry decidiamo di passare alla mezza in 1h55' per poi chiudere in 3h45', Fabio resisterà fin quando la bandelletta ileotibiale lo lascierà in pace, Enrico proverà a fare la sua gara al suo ritmo). La notte per me passa tranquilla, anche se alle 4.30' sono già sveglio con gli occhi sbarrati (la sveglia era prevista alle 5.30').
La mattina è arrivata, colazione e in poco tempo ci ritroviamo alle 7.15' in prossimità della partenza: ancora pochissimi atleti, i wc chimici ancora liberissimi da code che in breve tempo diventeranno chilometriche, i camion per il deposito borse ancora vuoti. Ultimi bisogni fisiologici, consegna della borsa e ci dirigiamo verso la nostra griglia (pettorale bianco per tutti e 5). Il colpo d'occhio è fantastico...una marea di gente ferma che scalpita, urla, canta e spera che tutto vada per il meglio.
Ore 9.02...BANG...lo sparo e i top Runner partono come missili; noi passeremo con circa 5' di ritardo sulla linea di partenza, start sul cronometro e la nostra avventura ha inizio. Cerchiamo di stare uniti, corriamo molto lentamente, ma dopo 300m siamo già fermi causa un imbuto umano sulla prima curva a sinistra. Ripartiamo molto lentamente e con lo scorrere dei primi km capiamo da subito che sarà molto difficile rispettare la nostra tabella (perdiamo circa 4'00" nei primi 3km). Superare è impossibile in quanto l'asse stradale è stretto e le persone sono tantissime. Decidiamo di conseguenza di tenere il nostro ritmo e di non preoccuparci più di tanto. Fa caldo, ma non eccessivamente in quanto si alternano zone esposte al sole a continui tratti all'ombra. I ristori e gli spugnaggi diventano obbligatori: per i primi sono necessari pochi passi di cammino, per poter permetterci di bere tranquillamente dai bicchieri, ma poi si riparte spediti con la bottiglietta in mano.
I chilometri scorrono tranquilli e siamo ancora tutti e 4 (Enrico come detto procederà a suo ritmo). Al 16° Fabio, avvisando i primi dolori al ginocchio, decide di rallentare e continuare anche lui col suo passo. Le strade di Roma si rivelano più sconnesse del previsto (dubito ci fossero solo 8km di sanpietrini come acomunicatoci prima della partenza), molto ondulate e spesso con pendenza dell'asse stradale laterale (i piedi quindi non appoggiavano regolarmente). Passiamo alle mezza in 1h58'12": nonostante i 3' e spiccioli di ritardo va bene così...inutile forzare per poi scoppiare alla fine. Al 22° inizia la mia crisi muscolare (durerà circa 6km): nulla di trascendentale, ma sento il mio antagonista e il mio polpaccio sinistro molto duri, come quasi in preda ai crampi. Non gli do tanta importanza, cerco di correre sciolto, ma decido di non prendere iniziative scellerate e sto dietro Fabry e Marco. I rifornimenti sono precisi e sono il nostro sollievo. Il paesaggio intorno è bellissimo, specie quando dopo una svolta a destra ci ritroviamo di fronte a San Pietro: quante maratone al mondo offrono uno spettacolo simile?
Al 25° Fabry si stacca pian piano e rimaniamo solo in 2. Il tanto temuto 30°km si avvicina: Marco mi dice che la gara inizierà li, ma io sostengo che personalmente sia già iniziata da un pò! :-)
Le salite continuano ad alternarsi costantemente, passa la mia piccola crisi e nonostante i km passati siano gia tanti, mi sento bene e iniziamo ad incrementare il ritmo. Si entra nel centro cittadino ed è un continuo spettacolo di monumenti ed emozioni. Con Marco si era deciso di concludere assieme in 3h45', ma visto il ritardo iniziale si decide che ormai è irraggiungibile. Allora propongo a Marco che voglio almeno scendere sotto le 3h50', ma lui mi dice che non ce la fa. Al 35° decido quindi di aumentare: piazza Navona (bellissima fra 2 ali di folla incitanti), piazza di Spagna, Fontana di Trevi passano veloci, il ritmo è alto (viaggio a circa 4'30" al km) e la fatica inizia a farsi sentire. In alcuni di questi punti l'organizzazione purtroppo non si è rivelata all'altezza ina quanto i vari addetti permettono degli attraversamenti troppo facili ai turisti e sono costretto letteralmente a fermarmi 2-3 volte: nessuno di noi vuole vincere la maratona, ma con quasi 40km sulle gambe e impostato un certo ritmo, non è bello fermarsi di botto e poi ripartire...peccato.
Altare della patria...la fine è vicina. La salità del Circo Massimo potrebbe darmi il colpo di grazia, ma non è cosi. La supero e mi trovo un muro di vento e sabbia nel penultimo rettilineo del percorso. Svolta a sinistra e vedo il gonfiabile dell'ultimo km. Spingo a più non posso (credevo di volare, quando poi tempi alla mano stavo comunque andando a 4'20" al km). Ovviamente le salite non sono finite (lo sapevo, ma il mio cervello aveva rimosso): ultimo strappo al Colosseo e poi c'è solo spazio per le emozioni.
Sono emozionato...trattengo le lacrime, ma ripenso ai sacrifici fatti per realizzare questo sogno, i 4 mesi di preparazione, a mia moglie, alla mia bimba e passo sotto la linea del traguardo da vincitore. Il tempoè in questo momento secondario, ma pur sempre un ottimo (per me ovviamente...) 3h47'45" (1h49'33" la seconda metà di gara).
La medaglia al collo, il telo riscaldante, il sacco post-gara e il ritiro della borsa sono solo accessori all'impresa: il mio obiettivo è stato raggiunto e nel miglior modo possibile.
Marco chiude con un ottimo 3h55'07", Fabry grande anche lui con 4h07'13", ma i nostri veri "eroi" sono Fabio (4h56'48") ed Enrico (5h17'41"): loro si che hanno fatto la gara senza tanti allenamenti e l'hanno conclusa con una condotta di gara perfetta per i propri limiti attuali (diciamo che hanno corso la maratona con un solo ginocchio funzionante su 4).
Roma è archiviata, i dolori post-gara sono stati tanti (segno che comunque l'allenamento non era cosi sufficiente) e ora si pensa al futuro: domenica scorsa, appena arrivato, ho dichiarato che non avrei mai più corso una maratona; ora la penso in modo diverso...